Il Tempio della Notte

Il Tempio della Notte
l Parco di Villa Finzi è un parco di Milano, situato a Gorla che ospita uno dei luoghi più misteriosi della città: il Tempio della Notte. Agli inizi dell’Ottocento, la villa, allora in piena campagna, era di proprietà del conte Batthyàny, ungherese, ufficiale degli ussari, che nel 1829 fece costruire... Continua »
febbraio 26, 2015

Quando si dice “dare i numeri”

Quando si dice “dare i numeri”
Vi è mai capitato mentre eravate alla ricerca di un numero civico, magari in una via di modeste dimensioni di trovare affissi sui palazzi delle mattonelle con numeri molto grandi (si tratta a volte anche di numeri tipo 4981) di cui non sapreste spiegare l’esistenza? Oggi vi sveleremo il mistero!... Continua »
febbraio 25, 2015

Ritrovarsi nella Belle Epoque pochi metri sotto terra.

Ritrovarsi nella Belle Epoque pochi metri sotto terra.
Forse non tutti sanno che sotto l’attuale piazza Oberdan è nascosto un prezioso gioiello dell’architettura liberty:  l’albergo Diurno Venezia. A guardare meglio qualche indizio della sua presenza è ancora visibile: vi siete mai chiesti cosa sono quelle due colonne solitarie in piazza Oberdan? Erano le colonne della caldaia del complesso.... Continua »
febbraio 25, 2015

Casa 770, la casa “clonata”

Casa 770, la casa “clonata”
Ai margini del quartiere di Porta Venezia, più precisamente in zona Risorgimento,(via Poerio 35) c’è una casa curiosa. Molti la chiamano “la casa olandese” perché ricorda le abitazioni del nord Europa ed effettivamente la casa si estende su tre livelli e riproduce una tipica casa nord europea in mattoncini, con... Continua »
febbraio 24, 2015

Picchiare la testa in Sant’Eustorgio

Picchiare la testa in Sant’Eustorgio
Con tutta la fretta e lo stress che regnano a Milano pare quasi naturale che esista un santo e una reliquia a cui votarsi contro il mal di testa, ora vi spieghiamo le origini di questa leggenda che riguarda la chiesa di Sant’Eustorgio. Pietro da Verona, entrato contro il volere... Continua »
febbraio 23, 2015

Milano come Hollywood

Quando si dice Walk of Fame si pensa subito a Hollywood, distretto di Los Angeles che è diventato un’icona del cinema americano e non solo.Ma forse in pochi sanno che anche Milano possiede la Walk of Fame. Poca gente però ne conosce l’esistenza, pur essendo localizzata in una zona centrale di Milano

A due passi dal Duomo, dietro Corso Vittorio Emanule, si trova una galleria che custodisce un piccolo pezzettino di storia italiana.
Al numero 21 di Largo Corsia dei Servi, si trovano una serie di mattonelle con le impronte di famosi personaggi del mondo dello spettacolo, un po’ come nella famosa Hollywood Walk of Fame, ma naturalmente molto più in piccolo.
Il portico, non facilissimo da vedere, è proprio di fronte all’ufficio postale.

La “Galleria dello spettacolo” fu inaugurata nel 1992 da Marco Columbro e Lorella Cuccarini che lasciarono impresse nel cemento le impronte delle loro mani.
La zona non era scelta a caso, proprio lì c’erano infatti gli uffici di TV Sorrisi e Canzoni, che organizzava ogni anno la “Notte dei Telegatti”, in cui venivano premiati famosi personaggi del mondo dello spettacolo. Una specie di piccolo Oscar in salsa Lombarda.

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Anno dopo anno furono aggiunte mattonelle con impronte di personaggi famosi legati non solo alla storia e alla cultura televisiva italiana ma anche a quella internazionale, fino al 2004 quando la trasmissione si trasferì a Roma e la tradizione si interruppe.

E così in questa galleria troverete le impronte di personaggi rimasti in qualche modo nei nostri ricordi, come per esempio quelle di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, Sophia Loren, Pippo Baudo, Silvester Stallone, Susan Sarandon, Roger Moore, Angela Lansbury (La famosa signora in giallo), Richard Dean Anderson (MacGyver, uno dei miei miti) e altri ancora.

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Nel bene o nel male, il mondo dello spettacolo rappresenta comunque una parte della cultura e della storia italiana, ma questo piccolo angolo di Milano non è stato in alcun modo valorizzato. Non è presente alcuna segnaletica, in pochissimi lo conoscono e i turisti non sanno in alcun modo che esiste.
Sarebbe bello se si rivalutasse la Galleria dello Spettacolo, in un modo o nell’altro custodisce un piccolo pezzo della cultura e della storia del nostro paese ed è carino percorrerla curiosando tra le impronte di personaggi che hanno avuto una parte nel mondo dello spettacolo e nei nostri ricordi.

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Lo strano universo della guglie del Duomo

Si Stima che il Duomo di Milano ospiti più di 2500 statue, molte di queste però, a differenza di quello che si può pensare, non rappresentano santi, martiri e figure bibliche.

Vi avevamo già parlato infatti sia della “statua della libertà” meneghina che del “cucciolo di dinosauro” che si possono trovare sul monumento, ora invece andremo a scoprire insieme quali altre figure particolari si possono scovare sulla cattedrale.

E che dire del «Duce col turbante»? Probabilmente non l’avrete riconosciuto, ma tra i volti scolpiti tra le guglie del Duomo si nasconde anche quello di Benito Mussolini. Dopo la caduta del Fascismo, la testa fu modificata e resa pressoché irriconoscibile – come appare tuttora – con l’aggiunta di un turbante e della barba.mussolini

Non è ovviamente l’uncio personaggio celebre che possiamo incontrare nella nostra visita: salendo sulle terrazze del duomo si possono scorgere raffigurazioni di personaggi italiani famosi come il Sommo Poeta Dante Alighieri, il direttore d’orchestra Arturo Toscanini e il re Vittorio Emanuele.
Lungo la falconatura invece, volgendo le spalle alla statua della Madonnina, si riconoscono quattro coppie di pugili, tra di loro, Primo Carnera, il primo italiano a vincere, nel 1933, il titolo mondiale dei pesi massimi, ed Erminio Spalla che, curiosamente, si cimentò poi nel cinema recitando anche in Miracolo a Milano.

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Sorprendente vero? Ma non è finita qui! Scolpiti nella pietra troviamo infatti anche n elmo romano, un fez, fasci littori, racchette da tennis e persino arnesi da montagna e palle da rugby, che già di per sé sembrerebbero impossibili da trovare in cima a uno dei monumenti e in uno dei contesti religiosi più simbolici della città.

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C’è pure un omaggio ai tradizionali “abitanti” del Duomo,i piccioni!

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Per ultima cosa segnaliamo che di fronte alla Via S. Redegonda  si scorge una giovane donna seminuda immortalata mentre si accinge a passare da una guglia all’altra, assicurandosi alle pareti. Di fronte un uomo, anch’esso non proprio vestito, che tenta la stessa operazione.

E’ proprio vero che il Duomo di Milano rappresenta l’universo e che quindi esso può contenere in effetti oggetti e figure dei più svariati generi e specie!

 

Come in una macchina del tempo: la vigna leonardesca

In molti conoscono la casa degli Atellani e il suo legame con il grande maestro di Vinci. Pochi sanno però che fino a novant’anni fa, dietro la facciata del noto palazzo, si conservava pressoché intatta, dopo secoli, la vigna di Leonardo, donatagli da Lodovico il Moro nell’aprile del 1499 per remunerarlo dei suoi servigi, tra cui la creazione del Cenacolo, a lui così tanto cara  da essere citata nel suo testamento e lasciata in eredità al Salaino e a Giovan Batista de’ Vilanis.Un possedimento rettangolare  di quasi 16 pertiche, lungo 160 metri e largo 52 (parliamo di oltre 8.000 mq), che si è conservato nel tempo fino agli anni Venti del ‘900.
Ci sono delle fotografie, scattate da Luca Beltrami nel gennaio del 1920 che ci permettono di risalire all’aspetto che il pergolato sotto cui passeggiava il genio toscano potesse avere, infatti, nel ’43 il vitigno venne quasi totalmente distrutto dall’incendio causato da un bombardamento.
Schermata 02-2457074 alle 10.04.05Schermata 02-2457074 alle 10.03.45Ecco invece come appare oggi il giardino della casa degli Atellani, splendido luogo che ha fortunatamente conservato, come fosse un’eredità della vigna, la sua vocazione verde:
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Non tutto andò perduto: alcune piante della storica vigna vennero salvate dall’architetto Piero Portaluppi e ora, in occasione di Expo 2015, stanno per essere nuovamente piantate nella loro collocazione originaria, nel giardino della Casa degli Atellani in corso Magenta, non lontano da Santa Maria delle Grazie e dal Cenacolo. Il progetto è curato dall’esperto di vini Luca Maroni in collaborazione con l’università Statale di Milano e Confagricoltura. Il progetto sarà terminato per la fine di febbraio.

 

Il campanile imprigionato

Di solito sono i prigionieri ad essere rinchiusi nelle torri, non le torri ad essere prigioniere…ma a Milano si sa, tutto può sucedere ed è così che, recandosi al numero 9 di via Giannone potrete trovare il campanile di un’antica chiesa letteralmente imprigionato all’interno di un condominio.

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Se siete già in zona, magari in concomitanza con i festeggiamenti del capodanno cinese di cui vi abbiamo parlato nell’articolo precedente, non potete assolutamente perdervi questa curiosità.

E’ interessante capire come era finito lì, o meglio, come avesse fatto un palazzo a finire intorno ad un campanile visto che quest’ultimo è sicuramente più vecchio.

La storia incomincia nell’anno 1000 (circa), quando Milano era molto più piccola e la zona di cui stiamo parlando era un’area agricola piuttosto lontana dalle mura della città.
Questa vocazione rurale rimase poi per secoli e infatti il quartiere in cui c’è l’attuale via Giannone si chiamava Borgo degli Ortolani.
In questo contesto, intorno all’anno 1000 venne fondata la chiesa della Santissima Trinità che,
circa duecento anni dopo, nel 1251, fu donata da Papa Innocenzo IV all’ordine degli Umiliati.

Nel 1616, dopo quasi 600 anni di vita, la chiesa fu danneggiata da un grande incendio che risparmiò solo il campanile. Fu ristrutturata e, a metà del 1800 fu anche ampliata per rispondere alle esigenze della popolazione in continuo aumento. Pochi anni dopo, del resto, il comune dei Corpi Santi, di cui il Borgo degli Ortolani faceva parte, fu inglobato dalla città di Milano. Il campanile però non fu mai abbattuto ma semplicemente innalzato e ristrutturato.

Nel 1968 nella zona del Borgo degli Ortolani ci fu una massiccia speculazione edilizia.
Si decise di costruire una nuova chiesa poco distante e di abbattere la vecchia, malgrado non fosse nemmeno pericolante, per far posto a nuovi palazzi.
All’ultimo momento il campanile fu risparmiato per l’arrivo della sopraintendenza e i costruttori fuorono obbligati a innalzargli intorno l’attuale condominio.
Il campanile è stato poi adottato dal Gruppo Bordiga (al prezzo di una Ferrari pare) che ha sede proprio nel palazzo di via Giannone ma onestamente non ho ben capito in cosa consista l’adozione visto che le condizioni in cui si trova non sono proprio delle migliori: la torre è seminascosta dietro i cancelli di un giardino condominiale, ed è usata per tenerci i cassonetti dell’immondizia! Inoltre non è illuminata né segnalata, anche se in un’intervista il proprietario ha dichiarato di avere intenzione di valorizzare il campanile.

Sperando che ciò accada vi consigliamo vivamente di visitare questo pezzo di storia sopravvissuto chissà come all’espansione di Milano e che si è venuto a trovare, suo malgrado, circondato dalla cosiddetta “modernità”.

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Un salto a Pechino in giornata

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Il Capodanno cinese è una scenografica festività che vede danze, canti, lanterne e dragoni dispiegarsi per celebrare l’arrivo del nuovo anno, solitamente nel periodo di febbraio, svariate settimane dopo il capodanno occidentale.

Per assistere a queste celebrazioni però non per forza bisogna prendere un aereo e andare a Pechino: da qualche anno infatti la ricorrenza centrale per i cinesi, è ormai diventata un appuntamento irrinunciabile per persone di ogni età e nazionalità perché rappresenta un momento di incontro e di festa che unisce e diverte adulti e bambini.

Proprio per questo motivo il coordinamento delle associazioni cinesi di Milano, promotori e organizzatori dell’evento, invitano tutti domenica 22 Febbraio a salutare insieme l’anno del Cavallo che se ne va e a dare il benvenuto all’anno della Capra. I diversi eventi in programma culmineranno nella tradizionale grande parata, il cui inizio è previsto alle 14.30 da piazza Gramsci. La sfilata sarà un caleidoscopio di colori, ritmi e danze: draghi, leoni e più di 400 tra artisti e figuranti vestiti con i ricchi costumi della tradizione cinese, sfileranno lungo via Sarpi, cuore della Chinatown meneghina per augurare a tutti un Buon Anno della Capra.
L’evento è sicuramente un modo per passare una domenica alternativa, avvicinarsi ad una cultura antichissima e interessante come quella cinese e, sopratutto, scoprire un angolo di Milano come Chinatown che spesso è oggetto di pregiudizi.

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